Per ingannar l'attesa fra un post e l'altro

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mercoledì 21 dicembre 2011

Brontolata - usiamo solo il 10% del cervello

C'è una frase fatta che senz'altro vi sarà capitato di sentire, e forse anche di dire: "Usiamo solo il 10% del nostro cervello". Di solito segue l'antifona "Provate a immaginare di cosa saremmo capaci se lo usassimo al 100%!"
E via a immaginare telecinesi, telepatia, poteri fenomenali come curare con la mente, e altre amenità.
Già che siamo in tema di usare il cervello: chissà se almeno il 10% delle persone che ripete a pappagallo questa frase si chiede chi l'abbia detta per primo, come sia stato scoperto questo fatto, o semplicemente se esso sia vero o no!
Ma la vera domanda è: che senso ha?
Che importa parlare di quantità in un campo dove la cosa veramente importante è la qualita?
Si potrebbe trasportare questo modo di vedere in varie altre situazioni!
Quando guidate una macchina, la usate soltanto al 33%: di tre pedali che avete a disposizione, non ne usate mai più di uno alla volta! Pensate se potessimo premerli tutti e tre assieme: magari la macchina si metterebbe a volare, o addirittura si teletrasporterebbe a destinazione!
E guardiamo un pianista mentre suona: usa un magro 5% del pianoforte, perchè di 88 tasti non ne preme in genere che quattro o cinque contemporaneamente! Pensate invece che melodie fantastiche ne uscirebbero se il musicista potesse premere l'intera tastiera contemporaneamente!
Insomma, non importa QUANTO cervello usiamo, ma COME lo usiamo: e ciò vale anche quando ripetiamo frasi fatte senza preoccuparci se siano vere o meno.

giovedì 1 dicembre 2011

I pasti del serpente (compimento e rottura)

Agli occhi del pensiero simbolico il numero dodici è un cerchio.

Ma ogni cerchio è anche un movimento circolare; e quindi il dodici è anche la chiusura di un ciclo di tempo, il compimento di un periodo.


Il dodici è la stabilità raggiunta, un sistema che trova il suo equilibrio completo. Ma il raggiungimento di tale equilibrio comporta una rottura dello stesso: il tredici allora è il frutto maturo che si spacca cadendo, per lasciare i semi che conteneva alla terra. Il tredici non è un aumento rispetto al dodici, ma il suo stadio successivo, ch'è piuttosto una perdita, una rottura del cerchio ch'era il dodici.Dovete sapere che se Dio creò il pianeta Terra come una sfera è per contenervi il serpente, una cella di prigione dalla quale è impossibile evadere, simile ad una bolla di vetro.



Anche nella storia dell'umanità vale lo stesso principio: quando il dodici è raggiunto c’è un periodo di calma, e pace, che però è anche l’attesa d’una catastrofe.
La catastrofe è il risveglio del serpente: spinto dalla fame trascende la sfera in cui riposa incatenato, e salirebbe sulla superfice, se Dio non gli desse in pasto sufficiente sangue umano; allora il serpente si sazia, lo coglie la sonnolenza della digestione e se ne torna a dormire per un po’.
Ogni giro che una lancetta dell'orologio conclude è una goccia che disseta il serpente; sommate tutte assieme esse compongono il fiume chiamato Tempo, ma esso non è che un piccolo bicchier d'acqua se confrontato con la sete dell'immonda serpe.
Nella Bibbia i dodici figli di Giacobbe simboleggiano proprio uno di questi limiti storici: i dodici figli sono dodici tribù, dodici guardiani che sorvegliano in circolo il temibile serpente. Ma il cerchio venne spezzato, Giuseppe venne venduto dai suoi fratelli: ciò diede una via di fuga al serpente, uno spiraglio nel cerchio, che culminò nel sontuoso banchetto divino dello sterminio dei primogeniti in Egitto.
Badate però che il risveglio della fame del serpente e la rottura del cerchio non sono due cose distinte; non è l'una a causare l'altra, o viceversa, ma sono due manifestazioni del medesimo simbolo.
Nel nuovo testamento possiamo vedere come il figlio di Dio si fosse scelto dodici apostoli, dodici guardie del corpo per creare un circolo di difesa attorno alla sua Persona; fu il tradimento di uno d'essi a consegnare il Suo Sangue al serpente.
E' un mistero carico di crudeltà divina: era necessario che il sangue dell'agnello tingesse di rosso la terra, era un ordine dello stesso Dio di consegnare alla morte suo figlio, eppure colui che portò a termine tale comando si coprì del Sommo Male, e guadagnò per sè la suprema condanna e punizione.
La storia segue un modello eterno, che ritroviamo esposto nell'Apocalisse di Giovanni, nella storia della Donna vestita di Sole.
Anche la Gerusalemme celeste ha dodici porte: sarà veramente eterna la città di Dio, o conoscerà anch'ella la fine del ciclo, il tredici del serpente?
Passando dalla storia divina a quella umana, un triste esempio di risveglio del serpente fu lo scoppio dell'epidemia di peste nera che colpì l'Europa medievale.
Dio non aveva ancora insegnato la medicina agli uomini, ma aveva fatto loro conoscere dodici diverse preghiere per tenere distanti dalle terre cristiane le malattie ed i malori.
La prima preghiera veniva recitata ogni giorno, all'alba, nella vecchia chiesa di Gotenborg; la seconda l’ora successiva nella cattedrale di S. Pietro a Riga, e via così a distanza d’un ora; la terza in una piccola cappella privata a Minsk, la quarta in un monastero di Kiev, la quinta nella chiesa che sorgeva sul sito dove poi fu costruita la chiesa nera di Brazov; la sesta in una piccola chiesetta, ora distrutta, a Tirana, la settima nella chiesa del San Salvatore a Enna; l’ottava a Sassari, dove veniva recitata nel soggiorno della casa della famiglia più influente della città; la nona nella chiesa di Santa Eulalia a Palma di Maiorca, che fu costruita appositamente, col cantiere che si avvolgeva attorno al gruppo di preghiera; la nona a Bordeaux nella cattedrale di S.Andrea; la decima veniva recitata davanti ad un capitello all’incrocio fra strade campestri nei dintorni di Le Havre, l’undicesima nella cattedrale di Norwich e la dodicesima a Londra nella chiesa di San Bartolomeo il grande.
Il vergognoso scisma causato dal veleno con cui Lutero accecò l’Europa fu soltanto l’esito finale d’una serie di incrinature che da tempo insidiavano il mondo occidentale; e fu tramite una di queste incrinature che questo sistema di protezione medico-religiosa venne meno. La chiesa di Brazov venne infatti distrutta dalle incursioni degli invasori mongoli nel 1242. Bastò che una delle dodici stazioni di preghiera venisse meno per lasciare al morbo nero libero ingresso nelle terre cristiane: era il tredicesimo secolo.
La chiesa di Brasov fu poi ricostruita con pietra nera, proprio per commemorare questo triste evento.
Un altro esempio ancora ci viene dalla rivoluzione francese. L'aristocrazia malata e decadente era ciò che restava d'un enorme circolo nazionale volto a mantenere l'equilibrio e l'ordine stabilito; ancora nel 1798 erano in carica sette Conti segreti e cinque Marchesi magici impegnati con la loro anima a mantenere in vita il puzzolente cadavere d'un regno ormai anacronistico.
Fu con la morte del Duca di Nemours che tale sorpassata protezione venne meno, e si ebbe finalmente il via libera per lavare e purificare nel sangue il vecchio regno malato - con gran gioia dell'affamato serpente.
Non è sempre agevole trovare la traccia della rottura del dodici dietro gli orridi banchetti del serpente; ma il ricercatore attento saprà trovarla dietro ogni grande massacro della storia, dalle guerre mondiali alle catastrofi naturali, dagli eccidi etnici agli incidenti lavorativi, come i crolli delle miniere.
L'occidente europeo vive attualmente in uno dei periodi di stabilità, se stabilità si può chiamare l'affannosa lotta per tenere nelle ipocrite profondità della terra il malvagio appetito del rettile.
Dodici stelle d'oro in campo blu proteggono Europa; ma quando una d'esse cadrà dal cielo come una stella cadente, si aprirà nel cerchio uno spiraglio, e il serpente antico potrà entrare e far scempio delle vite degli uomini fino ad esser ebbro del loro sangue - come una volpe che trovi un pertugio d'ingresso nel recinto d'un pollaio.